
- 26 Maggio 2025
- Matteo Fratarcangeli
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Ladispoli (RM) 25 Agosto 2025
Situata sulla Via Aurelia, a 38
km da Roma, è una cittadina prevalentemente balneare voluta dal Principe
Ladislao Odescalchi alla fine del secolo scorso. Molti i turisti che ogni anno
si riversano su questo litorale.
Certo i tempi e i luoghi sono
cambiati, ma sotto l’apparenza di città moderna, con palazzi di recente
costruzione, si nasconde un passato glorioso. Porto etrusco prima (Alsium),
colonia romana poi, durante una passeggiata sul lungomare non c’è da
meravigliarsi se si incontrano i resti di una villa marittima romana di epoca
imperiale o se davanti ai vostri occhi appare maestoso il Castello degli
Odescalchi…
Le Origini, Ladispoli non c’era
Tutto il territorio presenta
tracce di frequentazione umana antichissime, basti pensare al famoso teschio
della vicina “Grotta Patrizi” in località Sasso, nel comune di Cerveteri, un
cranio di epoca villanoviana con un foro in alto perfettamente circolare,
testimonianza di un’operazione chirurgica alla quale, a detta degli studiosi
che hanno analizzato la ricalcificazione del cranio, il “paziente” sopravvisse.
Poco distante dal centro di
Ladispoli, nei pressi del borgo di Palo, sorgeva un tempo la città-porto
etrusca di Alsium. L’ubicazione
dell’abitato e del successivo castrum romano sono tutt’ora sconosciute, anche
se si è portati a farle coincidere con la tenuta del Castello Odescalchi. Ben
poco si conosce del periodo etrusco, le prime notizie relative alla città di
Alsium risalgono al 247 a.C., anno in cui tutto il territorio circostante venne
sottratto dai Romani agli Etruschi.
Per l’importanza strategica che
tali porti costituivano, gli abitati etruschi furono sostituiti da accampamenti
militari, poi da castrum (città fortificate) veri e propri ed infine, da enormi
ville di proprietà di importanti famiglie della Roma repubblicana ed imperiale.
Molte sono le testimonianze letterarie che riguardano Alsium. A partire da
Cicerone, che per primo ricorda la presenza del porto in occasione della visita
di Cesare nel 46 a.C., la città di Alsium è ricordata soprattutto per la
presenza di una grande villa imperiale i cui resti si possono ammirare nella
frazione di San Nicola.
L’ultimo a descrivere il
territorio alsiense è il prefetto di Roma e poeta Rutilio Namaziano che,
navigando lungo la costa alsiense, non può fare a meno di notare le grandi
ville che avevano sostituito il piccolo oppidum (fortezza) di una volta. Le uniche presenze antiche che oggi possiamo
distinguere sono degli edifici correlati al porto ed un molo proprio sotto
delle mura del Castello.
Dopo la nascita, Ladispoli com’era
La nascita di una città: E’ ora
di narrare le vicende che portarono alla nascita di Ladispoli oltre 136 anni
fà. Allora la zona era traversata soltanto da carabinieri a cavallo e da
qualche buttero che radunava gli armenti nella radura, per procedere alla conta
dei capi, la malaria mieteva vittime ovunque e i mandriani stramazzavano a
terra schiantati dalla febbre. Era il 1888 quando il principe decise di
sbarazzarsi degli abitanti del borgo di Palo e dei villeggianti che d’estate
arrivavano col treno fin sotto il castello.
Nel contempo il principe istituì un consorzio del quale egli stesso faceva parte, insieme all’ingegner Vittorio Cantoni. Lottizzò la striscia di terra fra i due torrenti, Vaccino e Sanguinaro, che confinava a monte con la tenuta dei Ruspoli. Contemporaneamente fece sopprimere il braccio di ferrovia che dal casello 46 portava i bagnanti sulla piazzetta del Borgo di Palo, passando proprio davanti al castello Un altro braccio ferroviario venne subito costruito verso il nuovo insediamento urbano. Il binario di circa due chilometri partiva dalla odierna stazione di Palo e correva parallelo alla carrozzabile, costeggiando il bosco e la riserva di caccia, scavalcando il fosso Sanguinara con un ponte di ferro.
Al centro della ipotetica piazza una baracca di legno fungeva da stazione ferroviaria, mentre due binari morti erano allungati fin dietro l’odierna chiesa, dove una piattaforma mobile girava le locomotive che si rimettevano in partenza. È inutile dire che l’ampiezza dell’arenile antistante la nuova lottizzazione invitò i villeggianti ad affluire più numerosi che a Palo, tanto che durante l’estate la carrozzabile brulicava di carrozze, calessi e tregge trainate da scalcianti ronzini. I treni trainati da locomotive a vapore con vagoni semi aperti trasportavano romani in ghette e paglietta e donne con enormi cappelli e variopinti ombrellini. Sul tomboleto già stanziavano in capanne i pescatori che in primavera risalivano il Tirreno con le loro lampare.