
- 3 Aprile 2023
- Matteo Fratarcangeli
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- Comuni
Martis (SS) 24 Luglio 2023

L’antico abitato di Martis, immerso tra le verdi e fertili colline dell’Anglona, sorge ai piedi della piccola altura denominata Monte Franco. Il paese ed il suo territorio conservano molte importanti tracce del passaggio della presenza umana nel corso del tempo e pregevoli sono le sue bellezze ambientali. L’origine del nome si deve far certo risalire al teoforo latino “mars” ovvero Marte, il Dio della guerra degli antichi romani. La presenza di legioni ed accampamenti romani è attestata dai molti reperti sparsi nel circondario del paese come ad esempio l’importante ritrovamento in località Sa Balza di un’iscrizione deprecatoria dedicata all’imperatore Massimino (235-238 D.C). Reperti e materiali risalenti al neolitico, al nuragico ed allo stesso periodo romano si ritrovano sul Monte Franco che nella sua parte più alta conserva ancora tracce della presenza di un nuraghe. Numerosi altri nuraghi (12 censiti) in precario stato di conservazione costellano il territorio distribuiti in particolare lungo l’altopiano che borda la valle di Badde Traes, il già citato nuraghe Monte Franco e il nuraghe Monte Sene. Di particolare interesse risulta il nuraghe Sas Molas, un monotorre dalla caratteristica alternanza cromatica tra filari di trachite rossa e calcare bianco. Il nucleo medievale del paese (i primi documenti scritti che citano Martis risalgono al 9° secolo) si trova nei pressi dell’antica chiesa di San Pantaleo, un mirabile esempio di romanico-gotico isolano, collocata dagli studiosi nel primo quarto del 1300. Un documento Aragonese di questo periodo consente di ipotizzare una popolazione compresa tra i 400/500 individui e di collocare Martis tra i villaggi più fiorenti e popolosi della zona. Meritano di essere menzionati i numerosi villaggi medievali abbandonati che conservano ancora molte vestigia di chiesette campestri e antiche strutture che sorgono sugli antichi cammini che si intrecciano nel territorio, come san Leonardo con la sua splendida chiesetta romanica ancora in piedi e recentemente restaurata, Sa Grascia, Santi Miali e Billikennor. Il centro storico del paese, che si snoda in viuzze lastricate, custodisce pregevoli testimonianze di architettura civile che vanno anche al di là del periodo medioevale ed arrivano sino ai giorni nostri, come la bella palazzina denominata “su palati de grallinu” o la casa di sorre Delizos (collocabile a cavallo tra la fine del 19° secolo e l’inizio del 20°) con balconcini in ferro battuto, maestosi portali e modanature. Particolari sono gli architravi che caratterizzano molte abitazioni (certamente frutto di riutilizzo) dovuti molto probabilmente all’opera dei “picapedrers” catalani (maestranze attive in Sardegna tra il 16° ed il 17° secolo) riconoscibili dal tipico arco inflesso accompagnato molto spesso da simboli religiosi, floreali, figurazioni araldiche e antropomorfe.

