Performance “Il Disastro del Vajont”

Perché concepire il disastro del Vajont come un fatto contemporaneo? Quanto la nostra esistenza è intrisa in quel passato che si ripresenta nel momento in cui il nostro essere si relaziona con l’altro, l’altro che è l’ambiente che ci circonda. Quanto l’ambiente in sé può sovvertire le nostre convinzioni, il nostro potere violento di essere nel mondo a tal punto che ci si ritrova inermi all’inscindibile.

L’atto performativo della Performance “Il disastro del Vajont”, partendo dalla riflessione dell’accaduto, indaga il fenomeno contemporaneo di essere nel mondo. L’individuo in sé non è l’ente perfetto, indissolubile, ma è intriso nella natura, è parte della natura, è esso stesso natura. Riflettere e salvaguardare la natura significa riflettersi e salvaguardarsi.

Attivamente siamo chiamati a viverci e non ad essere vissuti. Quello che il Vajont rappresenta dopo 60 anni è quel disastro di non aver ancora concepito l’individuo non come mero artefice degli altri destini, come una risacca di ogni avvenimento, ma come armonioso riflettente degli accadimenti, come vibrante energia di un corpo che comunica con l’altro.

Proprio il pubblico presente è chiamato a vivere attivamente la Performance, è chiamato ad essere portatore di spirito di salvaguardia e riflessione affinché il disastro del Vajont non sia soltanto un mero ricordo confinato in una parte dell’Italia, ma un punto di partenza per future riflessioni oltre confine spazio-tempo.